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Alloisio: “Il teatro-canzone non è riconosciuto come genere”

Il suo podcast “Questa meravigliosa vita di artisti” è un modo per approfondire questo mondo.
Alloisio: “Il teatro-canzone non è riconosciuto come genere”

Il teatro-canzone, nonostante la sua grande tradizione in Italia, non è riconosciuto come genere e, se lo si vuole depositare in Siae per esempio, non si può fare altro che farlo come opera mista. Il podcast che ho deciso di realizzare spero possa farne apprezzare maggiormente le peculiarità e la storia, facendolo conoscere di più”. Gian Piero Alloisio è un highlander. L’artista e drammaturgo, che ha lavorato nella sua carriera con i padri del teatro-canzone Giorgio Gaber e Sandro Luporini, è uno degli ultimi, forse l’ultimo, a portarne avanti una certa tradizione e idea concreta. Ed è pronto a confrontarsi con una nuova dimensione: “Questa meravigliosa vita d'artisti”, lo spettacolo di teatro-canzone da lui scritto e interpretato, è in uscita dal 30 settembre per la prima volta in forma di podcast sulle più importanti piattaforme digitali.

“Tutto il materiale musicale e teatrale è inedito - spiega Alloisio – tranne un omaggio al mio amico Giorgio Gaber e un omaggio alla mia sorellina Roberta, cantante etnica prematuramente scomparsa nel 2017, due fari che mi hanno guidato nella realizzazione di questo progetto”. Il podcast sarà diviso in 6 episodi, che verranno pubblicati ogni lunedì e giovedì fino al 17 ottobre. Dentro ci sono 13 canzoni e 12 monologhi teatrali attraverso cui Alloisio parla della sua periferia, degli scout, del primo amore, degli anarchici, di Fabrizio De André, del Maestrone, del Signor G, di Sandro Luporini, di Sabrina Salerno, di Totò, del CT della Nazionale, dei cavalieri Templari, del numero 3.14, di un dolore grande come la perdita della sorella, di Jean Gabin, del custode dell'Hotel Doria, dell'Apocalisse e di un "ragionevole linguaggio dell'aldilà".

Lo spettacolo, registrato al Teatro della Tosse di Genova da Aldo De Scalzi, troverà dunque una nuova vita digitale nel podcast. Ma da dove arriva questa esigenza? “Il primo gennaio 2023 il vostro direttore Franco Zanetti mi chiamò per un’intervista su Rockol e mi disse che un ricercatore della Sorbona, Fabio Barbero, stava lavorando sul teatro-canzone – ricorda Alloisio – Zanetti, al ricercatore che gli chiese un consiglio, fece il mio nome, confermando che in qualche modo tutte le strade conducevano a me, uno degli ultimi, se non l’ultimo, a portare avanti una vera drammaturgia musicale nel teatro-canzone. E così è sorto in me un sentimento, una responsabilità: come portare uno spettatore, in un modo nuovo, dentro il teatro-canzone? Mia figlia mi ha suggerito l’utilizzo del podcast”.

Uno strumento che sembra sposarsi alla perfezione con le “regole” del genere. “Per apprezzare davvero uno spettacolo di teatro-canzone, questo non può essere spezzettato o diviso in tante piccole parti – sottolinea Alloisio – ha bisogno di essere ascoltato per tanti e diversi minuti, il podcast in questo senso, al contrario delle normali piattaforme di streaming, è l’ideale perché permette un tuffo dentro questo universo di parole, canzoni, racconti e monologhi. La drammaturgia musicale è il vero cuore pulsante di questo genere, che non va confuso con quello che fanno i canta-attori o con chi, semplicemente, tra una canzone e l’altra, fa dei discorsi”.

Il podcast conterrà una varietà di canzoni, a cui si legano spesso dei monologhi, molto vasta. “Si potrà ascoltare ‘Tanto so che ci sei’, brano che inaugura lo spettacolo e che è dedicato alla mia famiglia, oppure ‘Chiamata Faber’, un pezzo sul concerto del 1975 di De André alla Chiamata del Porto di Genova in cui invitò gli anarchici – spiega Alloisio – poi spazio a ‘Canzone dell’energia’ scritta inizialmente per Roberta, mia sorella, poi ripresa e conclusa dopo la sua morte, e a ‘Viaggio a Pavana’, che racconta la visita a Francesco Guccini, con cui ho lavorato. Ho inserito un omaggio ai fondatori di questo genere, Gaber e Luporini, proponendo ‘Il dilemma’. È un pezzo che, quando lo ascoltai la prima volta proposto da Gaber, pensavo non mi riguardasse. Ma sono stato, con il tempo, smentito. Ovviamente nel podcast c’è anche ‘Questa meravigliosa vita di artisti’ che scrissi poco prima di lanciare lo spettacolo, è un brano simbolo che spiega molto della mia storia e delle mie scelte”. 

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